Crudele incontrarsi., [Contest cinque stagioni - tema autunnale]

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Ruri
view post Posted on 9/11/2010, 12:25




Titolo: Crudele incontrarsi.
Autore: Ruri
Presentazione: Come sempre Ikki arriva in ritardo. Ma cosa fa quando non lo vediamo?
Personaggi/Pairing: Pandora, ShakaXIkki.
Genere: Angst.
Rating: Verde.
Note: Uccidetemi, i miei titoli fanno sempre orrore.


Fin dal Primo Cerchio l’aria gelida del Meikai scende, andandosi a raccogliere nel Cocito.
Un freddo così intenso da uccidere l’anima.
Sempre che questa non sia morta prima.

Il fuoco della Fenice non è qualcosa che si spenga facilmente. Risorge, eppure in quel preciso istante era ridotta a niente più che un lumicino, in procinto di abbandonarsi definitivamente al gelo.
Pandora china lo sguardo, freddo come il ghiaccio che lo riflette.
Il Cocito era rimasto splendido ed intatto fin dall’era del mito, ora invece era punteggiato di cadaveri e fossati: non più adatta prigione per chi aveva deciso di sfidare gli Dei.
Il Dio, per essere precisi.
Solleva con una mano un lembo dell’abito, schivando abilmente i resti degli spectre e delle loro surplici, per fermarsi davanti a lui. Quante volte si erano incontrati durante la loro esistenza, perennemente nemici costretti ad annaspare in un destino che nessuno pareva in grado di cambiare.
La Sacerdotessa s’inginocchia sul ghiaccio, senza dar troppo peso al gelido vento che le trafigge la pelle, e rimane a lungo a fissare lo sguardo ora spento della Fenice.
Sa, meglio di molti altri, che quella fiamma ancora non si è arresa.
Quella fiamma che poteva essere anche la sua Vendetta.
La sua Libertà.
Ma quanto dolore avrebbe dovuto patire per esserlo…
Sorride, Pandora. Lei lo aveva fatto gettare nel Cocito, lei allo stesso modo ora scendeva a liberarlo.
Il Regno dei Morti ha una sua crudele ironia.

Quando sente nuovamente il sangue scorrergli nelle vene Ikki reagisce d’istinto. Spalanca gli occhi e fa esplodere il suo cosmo, più ardente del cuore del Sole stesso.
Un istinto, niente più.
Un istinto di ricerca.
Però non c’è risposta.
“Perché?”
Una domanda molto semplice la sua, ma comunque estranea al suo modo di fare. Non è esattamente il momento di perdersi in chiacchiere ma qualcosa, nello sguardo di Pandora, gli fa comprendere quanto sia invece necessario farlo. Apre e chiude i pugni, più volte, per riattivare la circolazione in quel suo corpo provato dal freddo.
La verità è che per un istante, forse più d’uno, aveva davvero pensato di abbandonarsi. Basta combattere. Cedere alla dolce morsa del gelo. Un po’ una punizione, per non essere riuscito a richiamare indietro suo fratello.
Anche il cosmo di Andromeda é scomparso. Tutti morti? Forse era l’unico rimasto vivo, assieme a Pandora, in quel mondo che la vita l’aveva sempre distrutta con tenace caparbietà?
La sola idea gli fece ribrezzo.
“Non è il momento adatto.” La Sacerdotessa sa bene, dal canto suo, che c’è molto da dire e non c’è il tempo per farlo.
“Il Muro del Pianto è caduto, gli Spectre sono caduti con lui… e anche il Meikai credo sia prossimo alla sua distruzione ormai. Devi raggiungerli.”
“Il Muro del Pianto…” si sente un po’ sciocco, Ikki, a ripetere le parole di Pandora. Ma aveva scelto di vivere, e questo comporta dei sacrifici.
Pandora si volta, con quello sguardo freddo come come il ghiaccio che lo riflette.
“Hai ancora una possibilità, se scegli di fidarti di me.”
“La fiducia è irrilevante adesso, Pandora. Questa è l’unica strada che posso prendere.”
Ikki lascia che il suo cosmo esploda, di nuovo. I piccoli cristalli di ghiaccio che ancora si tenevano abbarbicati al suo cloth semplicemente svanirono nel calore.
Ma nessuna risposta giunse.
Nessuna, dorata, risposta.

Come un castello di carta il Meikai era crollato su sé stesso e la Giudecca era stata la prima ad abbattersi.
Nessuno li disturba mentre attraversano le grandi sale in rovina, il fruscio dell’abito di Pandora unico rumore che infrange quel silenzio innaturale.
La Giudecca era crollata e risplendeva di Luce nelle profondità della Tenebra.
“Avanti…” mormora Pandora, ma Ikki non poteva andare avanti.
Rimase a fissare la Luce, rimpiangendo di aver detto addio alle lacrime molti anni fa.

I Gold Cloth brillano e risuonano, amorevolmente. Dentro di loro è rimasta, ancora, traccia degli eroi che li hanno indossati. Niente più che un misero scintillio, ma c’è ancora.
La si nota nel suono quasi allegro del cloth di Taurus, che ricorda la risata di Aldebaran. Nello scintillio elegante di quello di Pisces, bello come splendido era Aphrodite.
Sagitter indica la strada come ha sempre fatto, in vita e in morte.
Ikki si ritrova a camminare fra quelle dorate vestigia d’eroismo, in una ricerca disperata. La verità, l’aveva scoperto a sue spese più e più volte, è spesso qualcosa che non si vuole sapere.
Le mani giunte trattengono il rosario, solo pochi grani mancano perché si oscuri totalmente. Solo pochi Spectre.
Ma la maschera del cloth della Vergine non guarda più in alto, ma davanti a sé verso il dissacrato Muro del Pianto.
Verso Ikki, immobile davanti a lui.
Rimpiange ancora, Ikki, di aver detto addio alle lacrime. Ora sarebbero state forse di conforto.

Quando passi la tua esistenza teso ad un solo obiettivo, sai cosa rischierai di perderti. Ikki lo sapeva, lo aveva già perduto anni fa d’altronde.
Un Saint di Athena vive per combattere, per proteggere la Giustizia e la Terra, con gli uomini che l’abitano.Certo, non tutti gli uomini sono degni di salvezza agli occhi di Ikki, ma in fondo lui stesso ha sempre creduto di non esserlo.
Poi ha capito.
E mentre capiva ha incontrato lui. Due anime che si sono incontrate e scontrate, separate e ricongiunte. Ikki ricorda che lo aveva portato in braccio.
Chi l’avrebbe mai detto, vedendo le sottili braccia di Shaka, che fossero in grado di sostenerlo? Shaka avrebbe sorriso, lievemente e con superiorità, davanti a parole del genere.
Ikki non ci riesce a sorridere. Pensa a tutto quello che ha perso.
Pensa a quando si era riflesso in quegli occhi profondi come l’universo e altrettanto azzurri. E sa che non accadrà più.
Il Regno dei Morti ha una sua crudele ironia.
Ha chiuso per sempre gli occhi di chi li teneva chiusi fin da quando era bambino.

Un fremito scuote il Cloth della Vergine.
Si muove, lentamente ma si muove, perché c’è ancora della vita in esso che pulsa caparbiamente. Uno sforzo immenso quello di Shaka, per lasciare un messaggio forse inutile ma di estrema importanza. Si muove quindi, allungando la mano che trattiene il rosario.
Sorriderebbe Shaka, se potesse. Avrebbe voluto lasciare un sorriso, anche questa volta. Invece di nuovo Ikki è arrivato in ritardo.
Fosse vivo Shaka sarebbe anche infastidito da questo continuo ritardo della Fenice: ora in realtà non gl’importa. Se una scintilla di lui è rimasta è stato perché voleva lasciare qualcosa di più che un pugno di polvere questa volta.
Ikki allunga la mano a stringere il rosario. E’ passato fra molte mani quell’oggetto ed è stato importante per tutti quelli che lo hanno sfiorato. Shaka, Saga, Mu, Shaka nuovamente che ora lo consegna all’ultimo rimasto.
Vai Ikki sembra dirgli, con quel suo tono di superiorità che ha sempre usato.
E mentre Ikki stringe il rosario Shaka svanisce.
Ci rivedremo presto.
Una risata, leggera. E’ la prima volta che Ikki sente il Santo della Vergine ridere. Ci voleva la morte per riuscirci.
In un mondo pieno di luce.
Non c’è Luce nel Meikai.
Ikki china il capo, senza riuscire a piangere. Non ci sono lacrime per Virgo, solo la solenne promessa.
Il Regno dei Morti ha una sua crudele ironia.
Ma è stato gentile, questa volta, permettendo a due anime di rincontrarsi anche per un solo momento.
E crudele, perché ora le separa per sempre.
 
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