Meravigliosa creatura, [Contest 5 stagioni - Tema Estivo]

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Heather-chan
view post Posted on 30/7/2010, 21:18




Titolo: Meravigliosa creatura
Autore: Heather-chan
Presentazione: I pensieri di Aiolia mentre si dirige verso la casa di Virgo, considerazioni del leoncino a proposito del Piccolo Buddha ;P
Personaggi/Pairing: POV Aiolia, argomento Shaka ^^
Genere: Introspettivo, angst
Rating: Verde direi ^^
Note: Niente di che, ammetto di non essermi impegnata al top, non so perché ma non mi veniva nulla e, alla fine, è uscita questa... cosa :angry:


MERAVIGLIOSA CREATURA





Sarebbe erroneo, quanto meno impreciso definire il santo di Virgo un amico, il santo di Virgo è al di sopra di qualunque sentimento che potrebbe ammantarsi di umanità. Ma il santo di Virgo è colui che tutti noi, superiori tra gli uomini, riteniamo a noi superiore, a lui attribuiamo un sentimento molto vicino all'adorazione. Adoriamo un nostro pari e soffriamo per la sua solitudine, senza poterla colmare.
I nostri occhi di guerrieri devoti alla Dea, da sempre scrutano da lontano il suo tempio, all'interno del quale si cela un passaggio per il paradiso, laddove si ergono i mitici alberi di Sala; i miei occhi da sempre anelano ad una vicinanza impossibile da soddisfare.
Ricordo quando, da bambino, interiormente stravolto, dai compagni disprezzato perché fratello di colui che era ritenuto un traditore, mi fermavo spesso a contemplare, a distanza, quella che era la dimora poco al di sopra della mia, anelando alla pace di cui, si diceva, quelle mura al loro interno erano impregnate, pace che si sarebbe tramutata nella più atroce delle sofferenze per l'incauto che avesse osato varcare la soglia di Virgo senza permesso.
Ero un bambino allora e lo era anche lui, già ammantato di leggenda; dopo la cerimonia di investitura al Santuario che aveva visto, unica volta, riuniti tutti noi gold saints, si rinchiuse nel suo tempio e non ci degnò più di alcuna considerazione.
Lo intravidi alcune volte perché, senza che io stesso ne comprendessi il motivo, mi ritrovavo a girovagare intorno alla Sesta Casa. E lui, inconsapevole, ogni tanto usciva sulla soglia, tra le due bellissime statue che conferivano al portale un'aura di ancor più vivida sacralità. Rimanevo lì, il naso all'insù, nella medesima contemplazione assorta che, forse, avrei rivolto unicamente alla Dea.
Se le nostre due figure si fossero erette l'una accanto all'altra, lui sarebbe apparso piccolo e fragile nel fisico, al mio confronto, eppure alle mie percezioni si rivelava grande, immenso, sicuramente non quel bambino che in effetti era.
Da dove mi trovavo potevo solo indovinare il suo sguardo e mi sembrava di veder baluginare due lampi azzurri, il colore straordinario dei suoi occhi che lui, in realtà, non mostrava mai a nessuno. E io capivo che unicamente trovandosi in completa solitudine permetteva alle sue palpebre di aprirsi per scrutare con la vista oltre che con le capacità straordinarie del suo spirito sconfinato.
Osavo fare qualche passo verso di lui a volte, fino a farmi scorgere; allora, Shaka di Virgo, con espressione quasi offesa, si affrettava a chiudere gli occhi e, l'istante successivo, senza pronunciare una parola, mi dava le spalle per poi scomparire all'interno della sua dimora. Io sbuffavo imbronciato ma adesso, superata l'immaturità dell'infanzia, capisco come doveva sentirsi, ero io che invadevo i suoi spazi, osando rubare ciò che non concedeva a nessuno: l'inquietante bellezza dei suoi occhi senza età.
Un giorno, dopo avermi scoperto a fissarlo, quella creatura che non era bambina, che non era adulta, che era altro rispetto ad ogni definizione si potesse trovare, decise di non sfuggirmi: si limitò a richiudere gli occhi ma rimase lì, fermo, a scrutarmi attraverso le palpebre serrate. Ero assolutamente certo che mi vedesse e che la sua occhiata travalicasse il mio involucro corporeo per penetrarmi l'anima; lo seppi perché quello sguardo lo sentivo in me, perché mi sentivo turbato, violato, invaso.
E poi udii la sua voce... era forse la prima volta...
“Il tuo animo è lordo e pesante, come un macigno, Aiolia di Leo. Non progredirai mai nel tuo cammino spirituale se non ti libererai di tali fardelli.”
Come definire la sua voce? Nella sua ferma dolcezza era quella di un essere superiore. Il mio carattere orgoglioso, con chiunque altro, in qualunque altro momento, mi avrebbe portato a rispondere in malo modo, invece mi salì alle labbra, con naturalezza, una confidenza che era anche un'ammissione di come lui avesse visto giusto:
“Forse per questo... la dimora di Virgo mi attrae a tal punto...”
Rimase completamente impassibile, nulla mutò sul suo viso dall'immane bellezza, ma mi rispose ancora:
“Non saranno quattro mura o una persona esterna a darti le risposte che cerchi, sottraiti a tali illusioni prima che sia troppo tardi!”
E finalmente mi diede le spalle, lasciandomi completamente solo a meditare su quella grande verità.
Fu l'ultima volta che ci parlammo e il santo di Virgo assunse sempre più, nel corso degli anni, i contorni sfumati della leggenda. Fino a quel giorno, nelle sale del Gran Sacerdote, quando mi mostrò, convinto della propria essenza semidivina, di essere invece spaventosamente umano perché, come molti altri, era precipitato nell'illusione intessuta da Arles. Allora mi resi conto che il santo di Virgo non era un essere sovrannaturale, ma un ragazzo, forse troppo giovane, come tanti di noi, per poter gestire lucidamente le implicazioni di un conflitto di vasta portata all'interno delle fila di Athena.
Ci scontrammo, fino all'intervento di Arles, che si frappose, nel tentativo di distruggermi l'anima.
La scissione interna al Santuario, infine, si ricompose e noi gold saints sopravvissuti ci ritrovammo, forse per la prima volta, realmente uniti. Shaka discese qualche gradino dal suo piedistallo, acquistando in umiltà ed ascendendo quindi, un poco di più, verso la saggezza e la perfezione spirituale cui tanto aspirava. Fece qualche passo verso di noi che, per la prima volta, da sempre certi della sua spiritualità, ci rendemmo conto del suo tormento interiore e della sua solitudine.
Ma non riuscivamo ad infrangere quelle barriere che, suo malgrado, ergeva intorno a sé.
Si mutò sempre più, per noi, in qualcosa di prezioso, quanto distante ed intoccabile. Per una sorta di tacito accordo, eravamo consapevoli che nella casa di Virgo aveva dimora colui che era il nostro riferimento spirituale e, se ci fosse mancato, la tragedia sarebbe calata sui restanti gold saints.
Il più prossimo a lui è sempre stato Mu, il mio compagno del tempio di Aries, ma neanche lui poteva penetrare oltre il muro di distanza che Shaka innalzava intorno a sé, neanche lo stesso Shaka sarebbe mai riuscito ad infrangerlo, lui, sempre più prossimo a conquistare quell'interiore integrità in nome della quale aveva lottato per tutta la vita, non era in grado di sentirsi meno solo. Questo è da sempre Shaka di Virgo, la più perfetta e irraggiungibile delle creature e, al tempo, stesso, la più sola, per quanto amata.
Perché che noi lo amiamo non vi è dubbio alcuno e il nostro amore è così intenso in questo istante, lo è il mio ma non vale un discorso diverso per gli altri, oramai pochissimi sopravvissuti; non solo noi gold saints, l'intero Santuario di Athena sta pulsando per il dolore atroce di questi attimi in cui il custode della Sesta Casa si sta spegnendo, nei suoi giardini di Sala, per mano di tre rinnegati che non posso assolutamente perdonare... non più... due di loro in passato mi fecero male, mi privarono di quanto avevo di più prezioso... mio fratello... a causa di un inganno... non posso perdonarli dal momento in cui mi stanno togliendo anche Shaka.
E sto correndo, disperatamente, sapendo che non potrò, in alcun modo, impedire l'inevitabile, sapendo che tutto è già probabilmente compiuto, sapendo, mentre le mie lacrime sfuggono senza ritegno ad un controllo che non provo neanche ad impormi, che in questo stesso istante, in cui sta per estinguersi la sua vita, il nostro Shaka ha finalmente trovato il senso ultimo della sua ricerca e della sua esistenza e il sorriso che rivolge ai nostri cuori lo vedo dentro di me, i suoi occhi aperti per noi, bellissimi, dolci e pieni d'amore, il suo ultimo dono, insieme al messaggio che lui ha raccolto e che, attraverso le sconfinate vie dello spirito, ci supplica di saper ascoltare.

 
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