Diavolo in me di
zoisiteUn tentativo ambizioso, un teatro onirico che impone scelte ardue nello stile e nella resa: un confronto tra Saga e Kanon, che mette in gioco un’identità e un’attribuzione di colpa, che si confondono in un gioco di specchi. Le intenzioni alla base del componimento sono chiarissime, e risaltano il senso di rincorsa – come in un sogno – l’angoscia e la confusione. La resa effettiva, tecnica, di queste sensazioni però è difficile da trovare, da applicare nero su bianco, e purtroppo ce ne siamo accorti in più passi di questa fic, dove leggendo risultava difficile riconoscere quando gli stacchi bruschi erano voluti e quando, semplicemente, si faceva tutto un po’ troppo confuso. Sicuramente l’effetto era voluto – l’ambiente è onirico – ma il risultato è ambiguo, sembra un pezzo scritto di corsa, in certe parti va semplicemente troppo veloce. Certi particolari per esempio risultano strani: il bistro e l’assenzio (oggetti troppo estranei all’ambientazione); gli spostamenti troppo veloci (
I due attraversano il Santuario deserto e l'altro infine si ferma davanti all'entrata dello Star Hill: lo Star Hill si trova in cima ad un colle che solo il Grande Sacerdote può scalare, un arrivo così immediato non si capisce, a meno di rendere chiaro che è una “visione”); Kanon che chiama Saga nii-san (comprensibile per Shun e Ikki, ma Kanon e Saga sono greci, non c’è motivo qui di usare la lingua originale dell’anime). La sensazione di soffocamento, di frenesia, di angoscia c’è, ma stenta ad arrivare: coraggio, comunque, e in bocca al lupo per la prossima (che sì, vi vorremo di nuovo tutte all’opera, eh!)
Vince:
- L’ambitissima
Onorificenza Marchino, di cui persino ogni saint si vuole appropriare!