Sappiamo tutti che questa serie ha subito, nel corso della sua lunghissima carriera, una serie di strazi più o meno deliberati e più o meno volontari. Anche più o meno esistenti.
Classificare cosa ancora io ritenga canon in Saint Seiya è diventato piuttosto arduo. Tendenzialmente, posso esprimermi a favore del manga e dell'anime classici, ovviamente, e della serie di Hades. Ho ancora delle perplessità sugli OVA dell'Elisio – non ho perdonato Shun Magica Ballerina Volante – ma per quanto riguarda la trama ci sono pochi dubbi: è un'opera di Kurumada, e considero Kurumada l'unico in grado di dirne qualcosa. Ragion per cui il Lost Canvas non esiste, né esistono quei bruttissimi OVA della Toei che ci ho messo tre settimane a guardare perché mi causavano narcolessia compulsiva. No, vi giuro, quando ci si addormenta ogni tre minuti capire perché Saori è diventata una polena non è poi così semplice.
Comunque, a distanza di venticinque anni dalla nascita, quest'opera non cessa di portare soldi alla sua casa di produzione, che come ogni brava casa di produzione ride malvagiamente in sottofondo e sforna quante più pataccate possibili per raggranellare gli yen sufficienti ad arrivare a fine mese, fra una tavola e l'altra del Next Dimension, a cadenza trimestrale. Poveretti, non hanno nemmeno tutti i torti, ma personalmente io avrei fatto tranquillamente a meno dell'ennesimo spin-off con un protagonista Gary Stu ritardato che somiglia pericolosamente al figlio metrosexual di Doremì (Magica DoReMì) e Yugi Muto (Yu Gi Oh!).
Devo essere proprio sincera: ho sperato fino all'ultimo che si trattasse di un bruttissimo pesce d'aprile. Quando ho scoperto che non lo era ho pianto.
Poi ho visto la puntata e ho pianto ancora, il che ci porta qui, caramelline alla mora, con voi che mi ascoltate raccontarvi per filo e per segno perché Saint Seiya Ω, Saint Seiya Omega, Saint Seiya OhNoNonDiNuovo non è un programma adatto a chi vuole un prodotto di qualità, o anche solo banalmente decente.
Se invece vi piacciono gli sfondi cartonati, i charadesign a collage e la totale mancanza di canone ve lo consiglio caldissimamente.
Il tutto comincia con il nostro solito Santuario con le lucine nell'aree e le colonne rotte.
Va tutto perfettamente bene fino a quasi trenta secondi.
Poi compare un personaggio infante di Magica Doremì e ti chiedi se il programma di streaming non ha sbagliato titolo. Purtroppo no, visto che il brutto infante va verso un cartonato formato 1:1 della nostra vecchia, cara Saori Kido. L'originale non si è evidentemente voluta prestare a questa pagliacciata, quindi hanno dovuto rimediare come possibile.
Immediatamente dopo, quando ancora ci si sta chiedendo il perché di questo brutto crossover, le cose peggiorano. E continueranno a peggiorare fino alla fine dell'episodio, quindi mettetevi pure l'animo in pace.
Nello specifico, il cielo diventa rosso, il cartonato di Saori fa un faccino determinato raccogliendo Doremì, e nel cielo compare Gallifrey.
(E adesso ditemi che non è una citazione del Doctor Who, giapponesi, avanti!)
Nella mia testa, per un momento molto rapido, è passato il pensiero “Oh, bene così, adesso arriva il Dottore e sistema tutto”. Ma nonostante questa sia la fiera del brutto crossover è comunque il fandom sbagliato. La grossa patata rossa si rivela intuitivamente essere Marte, venuto per rapire il cartonato di Saori.
Come in ogni inizio puntata cliché che si rispetti, arriva l'eroe al galoppo (letteralmente).
Chiedersi perché Seiya non sia più paraplegico e abbia preso possesso dell'armatura che puntava dall'inizio della serie classica sarebbe in effetti chiedere troppo, quindi limitiamoci ai quesiti essenziali.
Nello specifico: perché l'armatura di Sagitter è diventata giallo limone? Chi le ha dato una spuntatina alle piume? Perché Seiya ha una brutta sciarpina di foggia settecentesca? Perché grugnisce?
Il nemico si rivela essere evidentemente uno scarto dei provini di Jem e le Holograms, popolare anime anni '80. Lo si nota molto bene dalla tutina glitterata.
Un bruttissimo epico scontro dopo, con pezzi di armatura d'oro che vanno in briciole come gusci d'uovo, ci rendiamo conto che i titoli che appaiono non sono quelli di coda.
So che stavate già per piangere di gioia. Mi dispiace.
La sigla è un'accozzaglia di personaggi a caso (ho visto manichini di Utena, di Beyblade, del già citato Yu Gi Oh, una Majokko random che combatte senza maschera, la versione moe di Shiryu, e tutto questo usciva da delle perline colorate) su un brutto, tremendo, sinceramente blasfemo remix di Pegasus Fantasy. Spero che l'anima marcia che ha proposto una cosa del genere venga infilata a testa giù nel Cocito fino alla fine dei tempi, mi ha fatto del male.
In ogni caso il tempo è passato, e l'infante è diventato un frocetto grande e grosso, con tanto di pancino scoperto e scaldamuscoli svasati. E non vuole fare il Saint, lui, nonostante una riverniciata Shaina (che hanno fatto alla tua doppiatrice, amore, le hanno triturato le corde vocali?) lo pesti con intere querce. Il primo barlume della serie che amo in tutta la puntata. Sarà anche l'unico.
Il cartonato di Saori ha gli occhi verdi (sigh) e Tatsumi ha i baffi – e non mi sembra necessario commentare oltre.
Scopriamo, in una serie di scelte stilistiche comprendenti lo stop motion e l'acquerello, oltre che lo sciopero deliberato dei nasi, che il povero Yugi Doremì non sa chi sia Seiya, chi sia Athena (sì, vivendoci insieme, geniale) né perché debba diventare un Saint. In confidenza non l'ho capito nemmeno io, ma qui non possiamo perdere tempo con queste sottigliezze di trama, visto che il cartonato Saori ha un universo nel braccio (o un brutto tatuaggio) e che Mr. Tutina Glitterata si sta svegliando dal sonno in cui l'ha mandato il sacrificio di Seiya anni prima. Appassionante, non c'è che dire, un po' come il combattimento contro il cattivone, che è reso guardabile solo dalla sconcertante scoperta che sotto la maschera di Shaina c'è Misty della Lucertola in crossdressing. Perlomeno il mistero della voce è risolto.
Il cartonato della nostra cara Athena viene tirato su dal cattivone come un pacchetto postale - quella che prima di essere un cartonato, ricordiamo al gentile pubblico, l'ultima volta che l'ho vista si è sgozzata per andare a fare il culo allo zietto Hades negli inferi personalmente, riscattandosi dal suo passato di ragazzina da rapire e mostrando l'essenza di un sacrificio divino. Ma che volete che sia, qua noi abbiamo UNA PERLINA COLORATA! *___* Che in un climax narrativo da oscar sbrilluccica con tutta la forza dell'amore, o del potere della luna, e dà il via ad una trasformazione plagiata da Sailor Moon e il Cristallo del cuore. Completando il ciclo di plagi, direi, visto che Sailor Moon a sua volta aveva pescato da Saint Seiya. Ah, la ciclicità.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, quindi credo lo scriverò più di una volta.
Sì, la Cloth di Pegasus era dentro una pietrina colorata.
Sì, la Cloth di Pegasus, quella che stava dentro un Pandora's Box che poteva contenere con un po' di contorsionismo un Bronze Saint adulto (chi ha detto Ikki?) era DENTRO una PIETRINA COLORATA.
Cloth. Pietrina. Sì. Ok? (No, per niente.)
Oltretutto contiene una Cloth che somiglia di più a un costume da pattinatrice sul ghiaccio, ma tanto il nostro Yugi Doremì ha già sottolineato che la carriera di Saint non è in cima alle sue priorità, quindi male che vada può riciclarla.
Come finirà lo scontro io non credo lo scoprirò mai, visto che non intendo guardare un minuto di più di questa pagliacciata.
Se il Lost Canvas aveva perlomeno l'attenuante di un chara design perlomeno decente (all'inizio, se non altro), che faceva chiudere un occhio sulla storia scritta da una fangirl infoiata con il QI di un regista di Live Action, qui ci troviamo davanti a un miscuglio di stili che mi fa seriamente domandare se non abbiano usato i fondi di produzione degli anime di successo degli ultimi dieci anni, magari scavando sul fondo del pattume delle case di produzione concorrenti.
Io ho una personale teoria di quello che possa essere successo, tornando al canone, e non credo accetterò qualsiasi altra spiegazione in merito.
Seiya è in coma su una sedia a rotelle.
I suoi compagni, nel tentativo di tenere vivi i suoi impulsi vitali, lo lasciano davanti alla tv accesa a Villa Kido. Da lì il subconscio del povero martoriato ragazzo si riempie di hint provenienti dalle più disparate trasmissioni, comprese ovviamente il Doctor Who, Sailor Moon e la finale dei mondiali di pattinaggio, dando origine a un lungo, tormentato delirio onirico.
Spero però che Tatsumi abbia davvero i baffi. Gli donano.